Costi pari a 9,4 Miliardi, 4 volte superiori a quelli del tumore della mammella, 3 volte superiori a quelli dell’infarto del miocardio e 3 volte quelli dell’ictus. Fedios e Unamsi promuovono il Premio giornalistico “Dalla parte delle ossa” per stimolare un’informazione più puntuale tra il pubblico
C’è una patologia ‘Cenerentola’, con un elevato impatto economico: è l’Osteoporosi, malattia che ha un gap terapeutico del 71%, tale che su 2.889.000 che potrebbero essere trattate contro la malattia per ridurne le future manifestazioni più dolorose, non ricevono cure in 2.055.000. Sono i calcoli del Comitato scientifico della Fedios, la Federazione Italiana Osteoporosi e Malattie dello Scheletro, resi noti dal vicepresidente Ferdinando Silveri, reumatologo, che ha precisato come questo si traduca in costi enormi per il Sistema Sanitario, pari a un totale di 9,4 miliardi di euro l’anno (5,4 Mld di costi diretti per fratture dovuti essenzialmente all’ospedalizzazione, più 3,4 Mld dovuti ai trattamenti per lunghe disabilità e alla perdita di produttività).
Costi che in gran parte potrebbero essere risparmiati, ha detto, se solo fosse attuata una più puntuale prevenzione da parte del Servizio sanitario nazionale, se da parte dei pazienti ci fosse una maggiore presa di coscienza del problema e con l’aiuto dei medici di famiglia una maggiore aderenza alle terapie.‘’Ad oggi – spiega il reumatologo – abbiamo una grossa lacuna nel trattamento dell’osteoporosi. E purtroppo è un problema che riguarda in primis la classe medica che non è abbastanza sensibile a questa tematica, a partire dal medico di base fino allo specialista (ortopedico, fisiatra). L’osteoporosi è una patologia con molte implicazioni e va trattata in modo adeguato. A volte può succedere che paziente inizi una terapia ma poi la sospende, nel 50% dei casi entro un anno, in quanto non è stato sufficientemente “preparato’’. E una frattura vertebrale raddoppia il rischio di avere una frattura di femore entro un anno e quintuplica il rischio di avere una nuova frattura vertebrale in assenza di trattamento adeguato”.
Proprio per favorire una maggiore conoscenza della popolazione in generale su questa patologia, UNAMSI e FEDIOS hanno promosso il Premio giornalistico ‘Dalla parte delle ossa’ in collaborazione con SIOMMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro), GIBIS (Gruppo Italiano Bone InterdisciplinarySpecialists) e GISMO (Gruppo Italiano Studio Malattie Metabolismo Osseo) con il contributo non condizionato di Abiogen. Premio che si pone un obiettivo importante:accrescere la conoscenza dell’osteoporosi e delle sue conseguenze, ma soprattutto porre l’accento su un annoso gap nel trattamento e nella corretta presa in carico del paziente.
“Favorire un’informazione corretta in quest’ambito – sottolinea Nicola Miglino, presidente UNAMSI – significa sensibilizzare i cittadini sull’importanza della prevenzione, da una parte, e del trattamento, quando necessario, dall’altra, così come la classe medica nell’affiancare i pazienti quando la salute delle ossa comincia a farsi precaria. Le conseguenze di un’osteoporosi trascurata sono molto spesso le fratture, che provocano disabilità se non esiti ancor più gravi, senza trascurare i costi per il SSN. Essere ben informati è sempre il primo passo per mantenersi in buona salute”.
“Del resto l’osteoporosi – aggiunge Sandro Giannini, Presidente GIBIS – rappresenta oggi una vera emergenza sanitaria essendo una patologia in costante incremento. Basti pensare che la mortalità a un anno dopo frattura di femore è di circa il 25% e i soli costi diretti sono 4 volte superiori a quelli del tumore della mammella, 3 volte superiori a quelli dell’infarto del miocardio e 3 volte quelli dell’ictus”.
Si stima che la malattia colpisca in Italia circa 5 milioni di persone, di cui l’80% donne in post menopausa. Secondo i dati ISTAT relativi all’anno 2020, l’8,1% della popolazione italiana (il 13,5% delle femmine e il 2,3% dei maschi) ha dichiarato di essere affetto da osteoporosi, con una prevalenza che aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età, in particolare nelle donne dopo i 55 anni, fino a raggiungere il 32,2% oltre i 74 anni (il 47% delle femmine e il 10,3% dei maschi).
“Per la salute delle ossa e per prevenire il rischio di osteoporosi e quindi di fratture da fragilità- sottolinea Ranuccio NutiPresidente GISMO- è necessaria una combinazione di movimento in associazione ad una alimentazione ricca di nutrienti in calcio, proteine e vitamina D, che si assume per l’80% dall’esposizione al sole e per il 20% dall’alimentazione. E la fonte principale di un’alimentazione ricca di vitamina D è quella a base di pesce, tutto il pesce: dal nasello al tonno (anche quello inscatola). Anche i latticini, così come carne e uova sono fonte di vitamina D, ma molto meno del pesce. Ma nella popolazione italiana l’assunzione della vitamina D con gli alimenti è molto carente, oscillando da 200 a 250 unità giornaliere, contro le necessarie 800. C’è quindi bisogno di un cambiamento anche nella cultura dell’alimentazione, tornando, ancora una volta, alla nostra ‘Dieta mediterranea’”.
Insomma, “migliorare la cura dell’osteoporosi puntando sulla prevenzione delle fratture riducendo i costi a queste associati è la vera sfida da cogliere e vincere grazie all’innovazione terapeutica che non deve essere vista come una spesa, ma come un investimento – aggiunge Bruno Frediani, Presidente SIOMMMS – Nella nostra società scientifica siamo impegnati da anni su questo fronte per cercare di riportare l’attenzione sulle fratture da fragilità, in particolare avviando progetti con l’obiettivo di strutturare un percorso di cura efficace rispetto ai bisogni dei pazienti e flessibile rispetto alle caratteristiche del sistema socio-sanitario italiano”.
Solo una più puntuale conoscenza di questi problemi, però, può favorire una migliore presa in carico dei pazienti da parte del Servizio sanitario nazionale e una maggiore consapevolezza della popolazione sulla realtà di questa patologia. E a questo potrà contribuire anche il premio giornalistico ‘Dalla parte delle ossa’per i migliori articoli sull’osteoporosi pubblicati – tra il 1° novembre 2023 e il 31 ottobre 2024 – su ‘carta stampata, tv e radio, agenzie di stampa e testate online’, con un bando di concorso pubblicato in questo sito Unamsi oltre che in quello diFedios.
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