Lean: una sfida formidabile per il Sistema sanitario italiano

Il sistema manageriale e organizzativo made in Japan, introdotto con successo alla casa automobilistica Toyota, potrebbe essere adottato dalla Sanità italiana, per tagliare gli sprechi e orientare le energie verso ciò che rappresenta un valore per il paziente. Le prime applicazioni all’ ASL 10 di Firenze e all’Ospedale Galliera di Genova. Interessato l’Istituto Clinico Città Studi di Milano, che ha promosso il libro dell’entusiasta fautore di questo cambiamento, Francesco Nicosia

MILANO – Migliorare il servizio ai pazienti, ridurre gli sprechi, innovare la gestione ospedaliera. Tutto nel rispetto delle risorse disponibili. Come? Applicando alla Sanità il cosiddetto metodo Toyota, messo a punto dal colosso automobilistico giapponese. Lo racconta Francesco Nicosia nel libro “Sanità Lean” promosso dall’Istituto Clinico Città Studi (ICCS) di Milano ed edito da Guerin NEXT.L’inglese “Lean” sta per l’italiano “Snello”. Ecco spiegato il titolo del libro. Una Sanità snella, che orienti le energie verso ciò che rappresenta un valore per il paziente e lo fa responsabilizzando tutti gli attori coinvolti nel percorso di cura: medici, infermieri, personale di servizio e amministrativo .
“L’approccio Lean definisce il modello produttivo Toyota: mette al centro le persone coinvolgendole e indaga sugli sprechi nei processi che compongono il lavoro in un ospedale, individuando le attività che non generano lavoro per il paziente, avviando un cambiamento in meglio e con innovazione”, spiega Giuseppe Bava, presidente Consiglio di amministrazione ICCS.
Il metodo Toyota è un sistema manageriale e organizzativo della produzione che punta su efficienza e snellezza. Creato, applicato e sviluppato negli anni Cinquanta, ha come motto: ottenere di più, con le risorse disponibili. La differenza la fanno chi e come si lavora, la valorizzazione delle persone, della loro intelligenza e del senso di responsabilità. Dunque, il motore dell’innovazione non si basa solo sulla tecnologia. In estrema sintesi: si produce di più, meglio e più velocemente.
“Nelle strutture sanitarie italiane è in corso una rivoluzione silenziosa. Un cambiamento radicale. La trasformazione verso un modello che mette al centro il valore per il paziente. Riorganizza i processi produttivi. Riduce o elimina gli sprechi. Accorcia i tempi. Migliora la qualità. Promuove un miglioramento continuo. Cambia la cultura del personale” spiega Francesco Nicosia, già Direttore del reparto Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Galliera di Genova, e autore del libro “Sanità Lean”.
Il volume, frutto di anni di attività, studi, ricerche ed esperienze personali, presenta principi e strumenti dell’approccio Lean in Sanità. Racconta alcune delle esperienze sul campo in corso all’estero e in Italia (ASL 10 di Firenze, Ospedale Galliera di Genova, Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, Azienda Ospedaliera Universitaria Le Scotte di Siena, Ospedale Sant’Antonio di San Daniele del Friuli.
“In ospedale occorre eliminare lo spreco che non dà valore e mettere il paziente al centro del percorso, iniziando dai tempi di cambio delle varie sale operatorie”, dice Nicosia, che sollecita a “mettersi nei panni del paziente e fare il percorso di cura con lui, coinvolgendolo anche in momenti di incontro”.
Scorrendo le pagine del libro si legge che l’Italia è un paese in salute, con qualche spreco: l’aspettativa di vita è di 82,8 anni (2013), la quarta più alta nell’area OCSE, anche se l’offerta di assistenza di lungo termine agli anziani è inferiore rispetto alla maggior parte dei paesi OCSE. Sull’altro piatto della bilancia pesa un dato: ogni anno circa 5,4 milioni di italiani ricevono prescrizioni di farmaci, visite o accertamenti diagnostici che si sono rivelati inutili. Tuttavia, metà degli italiani si dichiara contrario a sanzionare i medici che fanno prescrizioni inutili.
Ecco dunque che l’approccio Lean in sanità è una sfida: si basa su un modello organizzativo che punta sul paziente attraverso l’analisi e la revisione dei processi, riducendo o eliminando gli sprechi. Il management dell’ICCS ne è convinto e nel corso degli anni ha adottato una serie di iniziative con l’obiettivo di promuovere un approccio multidisciplinare teso a creare valore per il paziente, nel rispetto delle risorse disponibili.