Virus influenza, simil-influenza e Covid 19 alla vigilia della stagione invernale 2023-24

Pregliasco: vaccinazioni strettamente consigliate agli over 65 e ai fragili, si potrà fare in un’unica somministrazione dal medico di famiglia. Solo il 33% degli italiani è intenzionato a vaccinarsi, percentuale che sale al 56,5% tra gli over 65, comunque inferiore agli obiettivi prefissati dal Ministero

“La prossima stagione influenzale potrebbe essere considerata di media intensità, con un numero stimato di casi che potrebbe oscillare tra i 5-6 milioni”. Lo ha detto il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università di Milano, rispondendo alle domande dei giornalisti in un incontro organizzato da Assosalute, ma la novità di quest’anno è che la vaccinazione contro l’influenza potrà essere fatta insieme a quella per il Covid 19, in un’unica somministrazione, nell’ambulatorio del medico di famiglia.

Secondo Pregliasco assisteremo nuovamente a una compresenza dell’influenza e del SARS-CoV-2, per questo, “considerando la similarità dei sintomi, sarà importante vaccinarsi almeno contro l’influenza”. Come per gli anni passati, oltre ai casi di influenza legati alla variante H1N1, è prevista una decina di milioni di casi di altri virus “cugini” che possono causare sintomi simili all’influenza.” La loro diffusione – prosegue il Professore – dipenderà da diversi fattori, tra cui le condizioni meteorologiche e climatiche”. In particolare, i casi di infezione da virus simil-influenzali sono spesso dovute a forti sbalzi di temperatura, mentre i casi di influenza vera e propria si avranno con temperature più propriamente invernali. Il consiglio ai pazienti è di utilizzare solo farmaci sintomatici, antinfiammatori, e ricordarsi anche che gli antibiotici non servono contro i virus e che un loro uso improprio contribuisce a creare resistenze. E’ lecito quindi utilizzarli solo quando si accerta una sovrapposizione batterica.

Per Pregliasco “tutti devono osservare una responsabilità maggiore rispetto al passato: c’è il Covid, c’è l’influenza, ci sono altri virus simil-influenzali. Sempre, dunque, sono fondamentali le strategie di prevenzione, promuovendo la vaccinazione e adottando opportune misure di igiene, come l’uso della mascherina in talune situazioni, come in caso si vada in visita ai nonni”.

Quanto al Covid, il professore precisa che “sono stati sviluppati vaccini specifici per le diverse varianti, compresa l’Omicron XBB e la Pirola, che hanno una buona capacità protettiva anche se non garantiscono una protezione al 100%”. Questo perché alcune varianti hanno caratteristiche che le rendono “immuno evasive”, cioè possono sfuggire in parte all’immunità di soggetti precedentemente infettati o vaccinati. Tuttavia la nostra immunità ibrida, ottenuta sia attraverso l’infezione naturale che con il vaccino, contribuisce a una riduzione significativa delle forme gravi della malattia”.

Pregliasco ricorda che “il tampone resta lo strumento primario per riconoscerlo e che il Covid rimane una malattia seria che registra dagli 8-10 mila morti a stagione, e sono soprattutto persone anziane e fragili non vaccinati o vaccinati ma senza i richiami. Proprio per questo il Covid non può essere equiparato a un’influenza comune”.

In ogni caso, Covid o influenza che sia, “la vaccinazione – insiste Pregliasco – è una tutela non solo per sé stessi, ma anche per coloro che sono più vulnerabili, quali bambini, anziani o persone con problemi di salute preesistenti. Mentre i giovani possono scegliere di vaccinarsi, per i soggetti fragili e gli anziani la vaccinazione diventa una raccomandazione stringente, quasi una necessità, poiché particolarmente a rischio di gravi complicazioni.

Per gli italiani, secondo un’indagine di Human Highway, l’intenzione di vaccinarsi contro l’influenza nella prossima stagione è in generale del 33% (- 5% rispetto al 2022), con una propensione particolarmente elevata tra gli over 65 (56,5%), percentuale che però resta inferiore agli obiettivi prefissati dal Ministero della Salute (75%).