Mal di testa insopportabili, dolori reumatici continui, articolazioni dolenti, acute sofferenze pelviche, fibromialgia. Quando il dolore ci affligge e rischia di diventare di per sé una malattia, la capacità del paziente di comunicare al medico i propri sintomi è fondamentale. Paolo Marchettini, docente di Fisiopatologia del dolore, ha steso un vademecum su come il malato può aiutare il medico a fare la diagnosi migliore
MILANO – “La capacità di comunicare bene con il medico, descrivendo minuziosamente i propri sintomi, è una dote fondamentale che permette spesso di trovare la strada per curare il dolore”. Lo afferma Paolo Marchettini, docente di Fisiopatologia del Dolore alle Università di Lugano e di Firenze e direttore della Terapia del Dolore del Centro Diagnostico Italiano (CDI) di Milano.
“Spesso, chi ha un basso livello culturale tende a trascurare il problema dolore. E anche quando si rivolge allo specialista ha difficoltà a descriverne i sintomi”. Tutto ciò in un contesto estremamente complesso. In assenza di evidenze cliniche, infatti, la diagnosi di dolore può essere attribuita a problemi psico-somatici e questo può indurre a sottovalutare o addirittura a negare i sintomi. Nel contempo, disturbi come cefalee ricorrenti o croniche, mal di schiena, dolori pelvici, fibromialgia sono sovente amplificati, complicati e talvolta indotti da stress, stati d’ansia o depressioni, non sempre percepiti da chi ne soffre. “Occorre quindi che la comunicazione con il medico vada oltre i tradizionali schemi clinici – dice il professore -. Ma riferire in modo razionale e sintetico sintomi diversi e complessi non è facile. Occorre quindi che il paziente sia ‘preparato’ alla visita. E questo può farlo se segue una sorta di vademecum, un decalogo che lo possa aiutare a indagare non solo gli aspetti clinici di un disturbo, ma anche quelli psicologici”.
Ecco quindi qualche consiglio pratico per i pazienti con dolore sul modo migliore per relazionarsi con il medico e permettergli di arrivare con più facilità alla diagnosi esatta.
Descrivete innanzitutto i sintomi
Il primo consiglio è quello di essere inizialmente sintetici, descrivendo come prima cosa i sintomi per i quali avete chiesto la visita. Le cause potrebbero essere le più semplici: mal di testa persistente, difficoltà di digestione, dolori diffusi, senso di stanchezza costante, ecc. In ogni caso, per prima cosa parlate solo dei sintomi e non degli esami diagnostici e delle altre visite cui vi siete già sottoposti.
Concentratevi sul disturbo maggiore
Se i disturbi sono numerosi, complessi e diversi, elencate innanzitutto il principale (quello che vorreste far sparire per primo) seguito da quello che vi preoccupa o spaventa di più. Descrivete, inoltre, i tempi e la durata del disturbo: da quanto tempo è incominciato, se è apparso improvvisamente e in modo intenso fin dall’inizio oppure se è aumentato progressivamente di intensità. Se è continuo e costante oppure se appare in momenti intervallati dall’assenza di sintomi.
Non fate autodiagnosi
Limitatevi a descrivere i sintomi usando le vostre parole, evitate termini medici. Se una diagnosi è già stata fatta da altri medici citatela dopo la descrizione dei vostri disturbi. Se avete letto su internet, su giornali e riviste di sintomi che riscontrate nel vostro caso, dichiarate espressamente questo vostro sospetto e la fonte dall’informazione, eviterete così di confondere i vostri sintomi reali con le vostre paure.
Elencate tutti i farmaci che assumete
Elencate tutti i farmaci che state prendendo inclusi sonniferi e cure naturali, le dosi e gli orari in cui li assumete (potrebbe essere d’aiuto portare con sé un foglietto per non dimenticare nulla!)
Comunicate le vostre malattie e le eventuali allergie
Informate il medico di altre malattie importanti di cui soffrite (insonnia, diabete, pressione alta, disturbi della tiroide) e gli interventi chirurgici cui vi siete sottoposti, meglio se elencati in ordine cronologico. Comunicate, inoltre, se siete allergici a sostanze o a farmaci.
Portate con voi gli esami fatti
Portate con voi gli esami diagnostici eseguiti in precedenza, metteteli in ordine cronologico, con gli ultimi in primo piano. Se poi avete assunto medicine (prescritte da altri medici), ma sono state inefficaci, portatele con voi per evitare che vi vengano prescritte nuovamente.
Non abbiate pudori parlando col medico
Raccontate al medico se state vivendo un momento difficile della vostra vita, un divorzio, un lutto, la malattia di una persona cara, problemi sul lavoro, licenziamento, disoccupazione o un cambio di casa. Il vostro eventuale stato di stress sarà opportunamente considerato. Ricordate che il medico ha l’obbligo professionale ed etico della assoluta riservatezza. Non siate perciò reticenti a dichiarare l’eventuale uso di droghe, anche occasionale, la dipendenza da alcool, dal gioco d’azzardo e le eventuali vostre abitudini sessuali a rischio. Sono comportamenti che espongono inevitabilmente a maggiori pericoli per la salute e, se noti a chi vi cura, sarà più semplice diagnosticare o escludere intossicazioni o malattie infettive.
In definitiva, se riuscirete a essere sintetici, ma nel contempo precisi, tranquilli, sinceri e trasparenti, il medico potrà consigliarvi meglio il giusto percorso di cura. Nascerà empatia e il medico diventerà un prezioso alleato per migliorare il vostro stato di salute.
Maurizio Maria Fossati