Su “Nature” i risultati di una ricerca internazionale condotta per l’Italia da ricercatori veronesi che rappresenta una rivoluzione a livello terapeutico
VERONA – Sono quattro i tipi di tumore che possono colpire il pancreas. L’hanno individuato ricercatori dell’università di Verona e dell’Azienda ospedaliera universitaria, impegnati nel Consorzio internazionale del Genoma del cancro, di cui sono capofila per l’Italia. L’importante ricaduta di tale scoperta è la possibilità di intervenire con differenti farmaci, marcando in tal modo un’inversione di tendenza terapeutica.
Nello studio “Genomic analyses identify molecular subtypes of pancreatic cancer”, pubblicato sulla rivista “Nature”, gli studiosi italiani hanno così battezzato i quattro tumori: squamoso; progenitore pancreatico; immunogenico; a differenziazione mista esocrino-endocrina.
Il tumore del pancreas (da oggi ‘i tumori’) è al primo posto per mortalità tra tutti i tipi di neoplasie. Le persone più a rischio sono quelle che si trovano nella fascia d’età compresa tra i 60 e gli 80 anni; i fumatori hanno un rischio che è circa triplo rispetto ai non fumatori (fonte Airc).
Si stima che ogni anno in Italia si manifestino 5.500 casi tra gli uomini e 5.900 tra le donne (stime Registro tumori italiani 2012). La prevalenza che si è registrata per molti anni a favore dei maschi è dovuta al fatto che questi fumavano in proporzione maggiore rispetto alle donne: oggi le donne fumano quanto e più degli uomini.
La parte italiana della ricerca, finanziata dall’Airc (Associazione italiana ricerca sul cancro), dal Miur (Ministero dell’Università e della Ricerca) e dal Ministero della Salute è a firma di Giampaolo Tortora, direttore dell’Oncologia universitaria e dell’Azienda ospedaliera; Claudio Bassi, direttore dell’Istituto del pancreas, e Aldo Scarpa, direttore del centro di ricerca ArcNet dell’università di Verona. Si basa su 456 pazienti e arriva a distanza di un anno dalla pubblicazione della prima parte del lavoro, sempre su “Nature”, che ha interessato il genoma di 100 individui.
“L’aver identificato quattro tipi di cancro del pancreas – spiega Tortora – e portato alla luce la complessità della malattia è un passaggio fondamentale per arrivare a terapie più efficaci e diversificate per ciascun sottotipo di tumore, aprendo la strada a una possibile personalizzazione delle cure”. Quindi, possibilità di trattare ciascun paziente con la terapia più appropriata, migliorando sia la sopravvivenza sia la qualità di vita. “Seppure in fase preliminare – prosegue lo scienziato – abbiamo osservato che alcuni pazienti, in modo del tutto inatteso, rispondono eccezionalmente a una particolare terapia”.
Un passo da giganti in ambito terapeutico che potrebbe guidare in modo più appropriato l’impiego di farmaci già esistenti e in uso per altre neoplasie, cui si associa una vera e propria rivoluzione, come l’ha definita Bassi, anche in ambito chirurgico. “Anche la chirurgia troverà una sua più precisa collocazione in funzione delle quattro tipologie. Alcuni tipi di pazienti, quando operabili, potranno ottenere subito giovamento dalla chirurgia. Per altri, invece, potrebbe essere più appropriato seguire prima cure mediche e sottoporsi solo successivamente alla chirurgia”.
“Siamo a un passo dall’applicazione routinaria di queste metodologie – precisa Scarpa guardando già al futuro– e il prossimo passo ci vedrà al lavoro per mettere a punto i reagenti e le tecnologie per assemblarle in kit da applicare alla diagnostica routinaria che viene eseguita nelle anatomie patologiche”.
Claudia Boselli