Conoscere l’osteoporosi. Un premio giornalistico

Con il premio giornalistico “Dalla parte delle ossa“, proposto da Unamsi e Fedios con il contributo non condizionante di Abiogen (le norme di partecipazione sono consultabili in questo sito) si concretizza un’altra iniziativa dedicata al sostegno del giornalismo di qualità in ambito medico scientifico. Chiediamo al Presidente UNAMSI Nicola Miglino quali sono i parametri sui quali si fondano le scelte di UNAMSI per i contenuti dei premi e dei partner.

Innanzitutto, la collaborazione con le associazioni dei pazienti. Nel caso di questo Premio, è la Federazione che le rappresenta nell’ambito dell’osteoporosi e non possiamo che partire dalle istanze di chi, ogni giorno, vive le problematiche di cui noi raccontiamo attraverso il nostro lavoro. Non dobbiamo mai dimenticarci che siamo al loro servizio. Poi, quella con la comunità medica. In questa iniziativa abbiamo il supporto di Siomms, Gismo e Gibis, le tre società scientifiche di riferimento nell’ambito delle malattie del metabolismo osseo. Infine, un sano e trasparente rapporto con l’industria, a patto che non ci siano interferenze né condizionamenti rispetto all’operato.

Nella giuria, su cinque rappresentanti Unamsi, tre sono colleghe, una scelta non casuale e sicuramente innovativa anche per la nostra associazione. Puoi esplicitare, anche in questo caso, la visione di Unamsi?
È molto semplice: parliamo di osteoporosi che, nell’80% dei casi, riguarda la donna. Non è soltanto questo, però. Nel giornalismo, come in tanti altri settori, la preponderanza è femminile, così come nella nostra associazione, ricca di colleghe di grandissima professionalità. Non amiamo le quote rosa, ma competenza e capacità.

Quale sarà a tuo avviso il profilo dei partecipanti a questo premio?
Abbiamo voluto istituire quattro categorie per ampliare il più possibile la platea dei partecipanti, anche se oggi chi fa questo mestiere sa bene quanta trasversalità ci sia tra i vari media nel nostro lavoro quotidiano. Inoltre, nessuna differenza tra “laici” e “specializzati”: è bene favorire una corretta informazione tra i cittadini, così come tra i professionisti della salute

Com’è cambiato con l’avvento dei newmedia il giornalismo medico scientifico?
Il tempo è sempre più tiranno, anche per approfondire e verificare le fonti. Bisogna, inoltre, imparare a utilizzare i nuovi strumenti di comunicazione, in particolare i social: vanno presidiati, per monitore le insidie, ma sono anche un ottimo strumento per acquisire e diffondere notizie. Tutto questo richiede competenze tecniche che non tutti, oggi, sono disposti ad acquisire, in particolare tra coloro che hanno maggiore anzianità di servizio. Vedo, invece, giovani agguerriti, bravissimi nel gestire videocamere, software per il montaggio e diffusione rapida attraverso la rete che rappresentano, credo, i veri interpreti del giornalismo moderno, fatto non solo di produzione di contenuti ma anche di strategia di marketing della notizia. Peccato, però, che tutta questa professionalità spesso non venga riconosciuta sotto il profilo economico.

Quali saranno le prossime offerte formative /informative di Unamsi per i soci?
Stiamo proseguendo con il sostegno e la partecipazione a Salute in Comune, la serie di incontri formativi con crediti che la socia Luisa Monini sta proponendo a Brescia. Il prossimo appuntamento è per venerdì 21 giugno, quando parleremo di deontologia e informazione medico-scientifica, con particolare attenzione al tema della disabilità. Copriremo gli eventi internazionali con la nostra ZoomAcademy, che sta riscuotendo tanta partecipazione da parte dei soci, mentre in autunno abbiamo in programma un corso molto stimolante su un tema di grandissima attualità, ovvero la medicina/chirurgia estetica.

Lasciami, a questo proposito, ringraziare il Direttivo per l’impegno i soci che si dimostrano sempre attenti e partecipi verso ciò che proponiamo, dimostrando grande affetto nei confronti dell’associazione.