Si è tenuto a Milano lo scorso mercoledì 5 dicembre il secondo incontro del ciclo “Conosciamo meglio”, iniziativa Bayer-Unamsi volta al confronto tra esperti e cittadini su temi d’interesse e rilevanza sociale
MILANO – Nell’appuntamento, dal titolo “Bada a come mangi. Vizi e virtù degli italiani a tavola”, si è parlato di evoluzione degli stili alimentari, spesso influenzati dall’informazione web e dai falsi miti che includono diete miracolose e fantomatiche proprietà benefiche o dannose di certi alimenti.
Grazie alla moderazione di Edoardo Rosati, collega Unamsi, è stato offerto un excursus su alcuni casi scuola di mala informazione che hanno influenzato le scelte alimentari e il mondo produttivo tra cui il famoso “China Study” che sosteneva una correlazione diretta fra il consumo di latticini (caseina) e l’insorgenza di alcuni tumori: uno studio dimostratosi poi falsato e destituito di ogni fondamento scientifico.Così Evelina Flachi, biologa nutrizionista: “L’Italia, a oggi, è una delle realtà più affidabili sotto il profilo produttivo, dei controlli e della tracciabilità della filiera” – Ha sottolineato Flachi – “È importante incentivare l’introduzione dell’educazione alimentare come materia scolastica fin dalla prima infanzia, così che la cultura alimentare diventi un patrimonio diffuso fatto di scelte alimentari consapevoli e informate. È altrettanto importante che passi il messaggio che un alimento miracoloso o totalmente negativo non esiste: non è utile né giusto demonizzare o santificare un alimento, è fondamentale invece farlo conoscere e mettere tutti nelle condizioni di fare una scelta guidata dalla cultura e non dal sentito dire”.
Claudio Michelizza, fondatore di Bufale.net, ha coinvolto la platea entrando nel merito della potenza che internet ha, non tanto nel generare ma nell’amplificare le bufale: “Attraverso il web chiunque è in grado in poco tempo e con zero risorse di danneggiare gravemente marchi e produzioni. Il mondo alimentare è ricco di bufale, disinformazione e mal informazione perché è un argomento che fa molta presa dato che coinvolge la sfera emotiva, sociale, la tradizione e l’incontro con altre culture”.
Martin Vitaloni, Chef, ha parlato delle due anime della cucina, la scelta degli ingredienti e le persone con cui condividerla, spiegando che la buona cucina non è un fatto esclusivamente gustativo ma anche emotivo. Lo Chef definisce la sua cucina endorfinica, “Si tratta di un’idea di cucina che ho costruito con il tempo. Attraverso l’utilizzo di ingredienti della tradizione riattivo la memoria e rievoco con le pietanze emozioni specifiche legate a momenti positivi della vita, per questo cerco di costruire menù ad hoc sulla personalità dei commensali. Mangiare è un atto sociale che sollecita molto la componente psicologica e affettiva, per questo non è importante solo cosa metti nel piatto ma anche la situazione e le persone con il quale viene consumato”.