La vivisezione è un retaggio del passato. Oggi esiste la ‘sperimentazione animale’ per testare i farmaci, ed è attuata con tutte le garanzie stabilite da leggi moderne, ma resta ancora una necessità irrinunciabile della Ricerca scientifica, se vogliamo che gli ammalati trovino sempre migliori terapie.
Con la determinazione data dalla conoscenza, i giornalisti che si occupano di Sanità, Salute, Ricerca biomedica riuniti nell’Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione (UNAMSI) stanno a fianco dell’Istituto ‘Mario Negri’ di Milano e del suo Direttore scientifico, Professor Silvio Garattini, presi di mira recentemente dall’Organizzazione animalista ‘Animal Amnesty’, che ha indetto una manifestazione nazionale davanti alla sede dell’Istituto.
A parte la terminologia delirante del tipo ”Milano cuore della vivisezione”, o ”Silvio Garattini da sempre in prima linea nella difesa delle pratiche vivisettorie”, si tratta di una inaccettabile e incivile personalizzazione della polemica nei confronti di uno dei più autorevoli, a livello internazionale, scienziati italiani.
Come afferma una petizione aperta dal rettore dell’Università statale di Milano Gianluca Vago, firmata da alcuni fra i più illustri scienziati italiani, quali Elena Cattaneo, Marco Foiani, Pier Mannuccio Mannucci, Pier Giuseppe Pelicci, Giuseppe Remuzzi, sottoscritta da giornalisti scientifici quali Giovanni Caprara e Roberto Satolli e poi anche, da Marco Cappato, Maria Antonietta Coscioni e tanti altri, ”a essere chiamato in causa è l’intero mondo della Ricerca biomedica, oggetto di campagne pubblicitarie e di stampa che mirano a impedire che in Italia si continui a fare ricerca nell’interesse, in primo luogo, dei malati”.
E’ stato lo stesso Garattini a sottolineare, qualche tempo fa, come ”senza la sperimentazione animale sulle scimmie, l’Aids sarebbe oggi ancora una malattia fatale, perché solo sui primati funzionano i farmaci antiretrovirali che hanno portato alla cronicizzazione della malattia”.
In realtà l’Italia è all’avanguardia per le regole sulla sperimentazione: c’è un Comitato etico, Cesa, che verifica che l’esperimento sull’animale sia scientificamente corretto, abbia metodologia appropriata, risponda a congruità statistica e che gli animali non siano sostituibili con altra forma di sperimentazione. Ma sono le stesse riviste scientifiche internazionali che esercitano il controllo, escludendo dalla pubblicazione le sperimentazioni non rispettose degli animali.
Francesco Brancati, Presidente UNAMSI