UNAMSI dona quattro mini ecografi per il Terzo Mondo

Quattro mini ecografi sono stati donati dall’UNAMSI ad altrettante organizzazioni non governative impegnate in aree remote del Terzo Mondo dove l’accesso alle cure è carente e difficoltoso, dove gli strumenti diagnostici moderni fanno fatica ad arrivare.
L’iniziativa, chiamata ‘Un occhio di riguardo’ in riferimento alle possibilità dell’ecografo di ‘vedere’ all’interno dell’organismo e facilitare così le diagnosi di diverse malattie, è stata possibile grazie al supporto non condizionato di GE Healthcare, che ha messo a disposizione 4 di questi strumenti.
”L’idea è nata due anni fa nel corso della conferenza stampa di presentazione di questo ecografo tascabile – racconta Francesco Brancati, Presidente di UNAMSI – quando le sue caratteristiche più evidenti, le ridotte dimensioni e la sua praticità d’uso, in molti di noi giornalisti ha suggerito il suo utilizzo migliore: laddove non è possibile portare macchinari ingombranti, dove la gente muore perché mancano strumenti diagnostici elementari, dove 1,2 miliardi di persone vivono con meno di un dollaro al giorno e 9 milioni di bambini muoiono prima dei 5 anni d’età”.
Alla proposta UNAMSI, che prevede anche uno studio scientifico di sei mesi sulla validità diagnostica dello strumento in un contesto critico, i dirigenti GE hanno risposto in modo favorevole ed è partita la macchina che vede oggi protagoniste anche quattro fra le Onlus più famose: Apurimac, Emergency, Medici con l’Africa CUAMM, Medici Senza Frontiere.
I medici di Apurimac utilizzeranno VSCAN (questo il nome dell’ecografo) nelle unità mobili che percorrono i villaggi delle Ande considerati fra i più poveri del Perù. Emergency lo impiegherà nel pronto soccorso del Centro Chirurgico ai sobborghi di Freetown capitale della Sierra Leone, in particolare nella Diagnostica dell’addome acuto pediatrico da perforazione intestinale.
Medici con l’Africa CUAMM userà VSCAN nell’ospedale di Wolisso, Etiopia, con l’obiettivo di aumentare l’accesso al parto assistito per le 18.000 donne che vi partoriscono ogni anno e dove molte mamme e molti bambini muoiono perché non hanno servizi sanitari adeguati. Medici Senza Frontiere infine porterà lo strumento ad Haiti, nel nuovo ospedale chirurgico aperto nel febbraio scorso, dove contribuirà a migliorare l’accesso alle cure chirurgiche per la popolazione di Port-au-Prince.