Un film per documentare a scuola i danni del fumo

Le cifre del ministro Lorenzin: aumento del fumo fra i dodicenni – A 10 anni dalla legge che porta il suo nome Sirchia torna in azione

Roma – Il 10 gennaio la legge ‘Sirchia’ che vietò le sigarette nei luoghi di lavoro e di svago, ha compiuto 10 anni. Da allora è diminuito del 18% il numero dei fumatori, dal 23,8% del 2003 al 19,5% del 2014 (dati Istat). E di conseguenza è anche diminuito il numero degli infarti acuti dell’11-13%.
Quella legge ha dunque fatto bene alla salute degli italiani, che del resto la accolsero con un consenso popolare senza precedenti, che arrivò all’88%.
Oggi però, a 10 anni di distanza, si registra un aumento del fumo di sigaretta fra i più giovani, a partire dagli 11-12 anni. Significa che, passati i primi anni, l’attenzione di genitori e insegnanti si è un po’ allentata e il business del tabacco, che in realtà non ha mai desistito dal cercare il profitto, riguadagna terreno proprio a scapito dei giovanissimi.
"Dopo l’entrata in vigore della legge Sirchia fumare non era più di moda tra i giovanissimi – ricorda il ministro della Salute Beatrice Lorenzin nel corso di un incontro promosso a Roma in occasione del decennale della legge sul fumo, presente lo stesso Girolamo Sirchia – ma se ora si è ricominciato a farlo significa che qualcosa non funziona”.
Fumare ”non rende più cool”, aggiunge il ministro, secondo cui accendere una sigaretta ”e’ davvero una stupidaggine. Ma una volta che si entra nella spirale e’ complicato uscirne. Quindi la migliore maniera per non cadere nella dipendenza e’ non iniziare".
Tuttavia molti Paesi hanno fatto più e meglio del nostro e nella classifica dei paesi più impegnati nella lotta al tabagismo siamo scesi dall’ottavo posto nel 2007 al quindicesimo nel 2013. L’OMS nell’ambito del Piano d’azione globale per la prevenzione delle Malattie croniche, ha fissato l’obiettivo della riduzione di un ulteriore 30% della prevalenza dei fumatori entro il 2025: per raggiungerlo l’Italia dovrà impegnarsi di più, sottolinea il Ministero, spiegando che "e’ stata ampliata la tutela dei giovani attraverso la legge che ha vietato il fumo anche negli spazi esterni degli istituti scolastici e l’innalzamento ai minori di 18 anni del divieto di vendita dei prodotti del tabacco, ma c’è bisogno di una maggiore consapevolezza dei danni del fumo e di un’azione più incisiva e coordinata da parte di tutti gli attori coinvolti”.
Così Girolamo Sirchia è tornato in azione e da Presidente della Consulta sul Tabagismo (cui aderiscono 15 organizzazioni, tra cui l’Enea e il Codacons) ha promosso un’iniziativa rivolta proprio ai più giovani. ”E’ uno strumento innovativo – ha spiegato – per incidere di più fra i ragazzi: un film interattivo dal titolo ‘The Answer – la risposta siamo noi’, da far girare per le scuole d’Italia, a disposizione degli insegnanti”.
Si tratta di un percorso didattico-educativo per i ragazzi, le loro famiglie e la comunità. Il film è finanziato dalla Fondazione “Il Sangue” di Milano e da donazioni private. Verrà girato nel mesi di aprile e maggio e sarà messo a disposizione di alcune scuole prima dell’inizio dell’anno scolastico 2015-2016 ai fini della validazione. Successivamente, dopo approvazione del MIUR, potrà essere offerto ad altre sedi scolastiche italiane.
Il film narra la vicenda di alcuni giovani che, durante un fine-settimana di relax sulle sponde del Lago di Vico, si impegnano a cercar di scoprire le cause dei gravi danni ambientali (pesci e uccelli morti) a cui assistono e del malore di cui una loro amica è vittima durante una nuotata al largo. Indagano e scoprono che le acque sono inquinate da grosse quantità di arsenico e tutto li conduce verso una piantagione di tabacco, le cui foglie sono lavorate appunto con questa sostanza così dannosa alla salute.
Una storia insomma il cui fine è essere portata all’attenzione degli studenti italiani e documentare, con il linguaggio dei giovani, che il consumo di tabacco è altamente dannoso non solo per la salute (il fumo sprigiona sostanze, una quarantina delle quali altamente tossiche o cancerogene), ma anche per l’ambiente e per tutte le creature viventi che lo popolano, e la cui coltivazione utilizza antiparassitari di vario tipo, anti germoglianti e diserbanti che, oltre ad essere assorbiti dalla pianta, contaminano pesantemente il terreno, i corsi d’acqua e le falde acquifere.