Uno studio del “Mario Negri” effettuato su 5.000 donne evidenzia gli effetti protettivi di un’alimentazione ricca di frutta, verdura, pesce e cereali e povera di carni, latticini e alcol
MILANO – La dieta mediterranea dimezza il rischio del tumore del collo dell’utero. A confermarlo è uno studio effettuato da un gruppo di ricercatori dell’IRCCS – Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, in collaborazione con l’Università di Milano, il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (Pordenone), l’Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli e l’Università di Losanna (Svizzera).
Secondo la ricerca, difatti, una dieta come quella mediterranea, ricca di frutta e verdura, pesce e cereali, povera di carni e latticini, e con un consumo moderato di alcol può contribuire a ridurre il rischio di questo tumore: gli effetti antitumorali della dieta – secondo i ricercatori – sarebbero da attribuire al suo elevato contenuto in antiossidanti, fibre e grassi polinsaturi.
L’indagine, finanziata dalla Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e pubblicata dal “British Journal of Cancer”, ha valutato in oltre 5.000 donne italiane la relazione tra aderenza alla dieta mediterranea e il rischio di sviluppare nel tempo il tumore.
Particolarmente significativi si sono rivelati i risultati ottenuti, soprattutto in merito alla causalità tra aderenza alla dieta e rischio di neoplasia: i soggetti la cui dieta ha incluso sette o più componenti caratteristici della dieta hanno presentato una riduzione del rischio di tumore dell’endometrio del 57% rispetto ai soggetti con una bassa aderenza alla dieta; rischio che è risultato via via diminuito all’aumentare dell’aderenza alla dieta stessa.
Solo in Italia il tumore del collo dell’utero colpisce ben 8.000 donne all’anno “Le nostre ricerche in questo campo – ha commentato Alessandra Tavani del Dipartimento di Epidemiologia dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’ – mostrano che per noi italiani aderire a uno stile di dieta mediterranea permette di diminuire il rischio di sviluppare non solo il tumore dell’endometrio, come mostrato da questa ricerca, ma anche il rischio di tumori del cavo orale, stomaco, fegato e pancreas, oltre che diminuire il rischio di infarto miocardico, come abbiamo già osservato in studi analoghi”.