‘Prossimo, Molto Vicino’. Libro-inchiesta sul Terzo Settore, di Maurizio Fossati, giornalista Unamsi e Vincenzo Mazzaferro, oncologo dell’INT

Da testimonianze e verità sulla crisi del volontariato sociosanitario emerge il contrasto tra la realtà di coloro che “gratuitamente danno una mano” e il vestito aziendale che vorrebbe imporre loro lo Stato.

Lo Stato e gli esperti di Economia pensano sia giusto e ormai inevitabile “chiudere” il Terzo Settore dentro un ‘vestito aziendale’, con tutti i vincoli che questo comporterebbe. Ma si tratterebbe di un vestito stretto, di un “paradosso” per una realtà che si basa sul volontariato.

A porre il problema è ‘Prossimo, Molto Vicino’ (Edizioni San Paolo, 192 pagine, 15 euro), un libro-inchiesta, promosso dall’Associazione Prometeo nata 25 anni fa all’interno dell’Istituto dei Tumori di Milano, e scritto a quattro mani dal giornalista scientifico di Unamsi, Maurizio Maria Fossati e dal medico oncologo dell’Istituto dei tumori (INT) di Milano, Vincenzo Mazzaferro.

Questo “paradosso” – secondo gli autori – è rappresentato dal fatto che se da una parte attraverso il modello aziendale “le Organizzazioni di volontariato (Odv) hanno oggi responsabilità precise, bilanci periodici e parametri da rispettare per dimostrare il valore del loro operato”, dall’altra esse “non hanno un inquadramento della loro forza lavoro, libera o meno di impegnarsi negli obiettivi dell’organizzazione”.

Il libro nasce delle interviste ai protagonisti di 25 anni di Prometeo, a sostenitori, ex-pazienti e operatori del settore sanitario.Dopo una prima parte dedicata ai valori imprescindibili del volontariato sociale, sanitario e non solo, e una seconda focalizzata sui problemi emergenti, nella parte finale si prova a dare qualche rispostaalle tante domande ancora aperte.

E pagina dopo pagina, emerge chiaro un messaggio: sta a noi mantenere un ruolo di protagonisti e non di comparse in un mondo che cambia”, preservando “il buono e il giusto” che, dalle radici profonde della solidarietà e del riconoscimento del nostro prossimo, si ripropone come valore fondante della convivenza umana.

Solo in Italia sono quasi 2 milioni e mezzo le persone che volontariamente e in modo continuativo fanno qualcosa per gli altri, singolarmente o in gruppi, “uomini e donne – rilevano gli autori – che spontaneamente, senza chiedere nulla in cambio ‘danno una mano’, si adoperano perché l’altro, che pure non conoscono, possa star meglio, possa superare una situazione difficile, un dolore, una crisi, uno sbandamento, una perdita”.