Consegnati i Premi Agrofarma con il patrocinio di Unamsi

I giornalisti Danilo Taino del Corriere della Sera, Agnese Codignola dell’Espresso e Riccardo Cascioli del Giornale hanno vinto la seconda edizione del premio giornalistico scientifico Alimentiamo il nostro futuro, nutriamo il mondo: verso Expo 2015, promosso da Agrofarma insieme alla Fondazione Veronesi, con il patrocinio di Expo 2015 e di UNAMSI, Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione.
Danilo Taino, vincitore del 1/o Premio, ha concorso con l’articolo Nubi artificiali e super semi: idee per salvare il mondo, pubblicato sul Corriere della Sera il 5 giugno 2012. Ad Agnese Codignola il 2/o Premio e’ stato attribuito per l’articolo Troppa chimica nel Piatto, pubblicato su L’Espresso il 5 aprile 2012. Riccardo Cascioli ha vinto il 3/o Premio con L’Agricoltura ambientalista coltiva pericolose ecoballe, pubblicato sul Giornale il 22 luglio 2012.
La premiazione si è svolta alla presenza del Presidente di Agrofarma Andrea Barella, nell’ambito del Salone Internazionale della Ricerca, Innovazione e Sicurezza Alimentare, al termine di una tavola rotonda sul tema richiamato dal titolo del Premio. Vi hanno preso parte i componenti della giuria, composta dai giornalisti Mario Pappagallo del Corriere della Sera e Francesco Brancati presidente di UNAMSI, oltre che da Chiara Tonelli, docente di Genetica e Presidente della Commissione scientifica della Fondazione Veronesi, da Maria Alberta Viviani Corradi-Cervi, già Consigliere Rapporti Istituzionali Expo 2015 e da Fabio Minoli Rota, Direttore Relazioni Esterne di Confindustria.
”Quando si parla di Alimentazione – ha detto fra l’altro Brancati, portando il saluto dell’UNAMSI – completezza di informazione vuole che si parli anche di accesso al cibo, perché se l’ eccesso di cibo è un attacco alla salute (come sappiamo nei paesi ricchi è causa di obesità, malattie cardiovascolari, diabete e molto altro), anche anche la mancanza di cibo o una dieta povera dei nutrienti principali porta dietro di sé uno stuolo di malattie. E sono malattie che si possono ridurre e, in alcuni casi eliminare, anche attraverso l’adozione di pratiche di prevenzione che agiscano direttamente sulle più gravi condizioni di povertà. Ad esempio la tubercolosi si previene anche attraverso il miglioramento della nutrizione. E il giornalista che si occupa di salute, anche in questo caso dovrà occuparsi di alimentazione.
In questi ultimi anni la domanda alimentare ha cominciato a crescere a un ritmo superiore all’offerta, sottoponendo i sistemi di produzione agricola e l’ambiente a una pressione finora mai sperimentata. Di questo aspetto però finora ci si è occupati meno, perché sembrava una questione che apparentemente non riguardasse da vicino noi, cittadini dei Paesi ricchi, anche se in crisi economica. Solo ora che cominciamo a vedere le nostre coste del sud prese letteralmente d’assalto da una moltitudine di persone che fugge dalla fame (oltre che da politiche del terrore), preferendo il rischio tangibile di morire annegati a una vita di stenti, solo ora forse cominciamo a renderci conto che ci sono nel Sud del al mondo 800 milioni di persone denutrite che premono alle frontiere del Nord, opulento e obeso.
Questi, mi si dirà, sono problemi sociali. Certamente, enormi problemi sociali. Ma il giornalista medico scientifico non può sottrarsi ad informare i cittadini, i lettori, su una sfida aperta a tutte le conoscenze scientifiche.
Perché sono convinto che solo un approccio scientifico può aiutarci a risolvere il problema: come aumentare la produzione di cibo, quando la domanda di generi alimentari su scala globale è destinata ad aumentare del 70% entro il 2050 e la produzione agricola è sempre più minacciata dalla scarsità di acqua e di terreni coltivabili. Davanti a quesiti come questo nessuno può chiamarsi fuori. Perché riguardano tutti. Si tratta di fare i giornalisti anche quando si parla di cambiamenti climatici e di effetto serra, e di raccontare al meglio quali sono i rimedi proposti dalla ricerca scientifica.
Alla giuria del Premio Agrofarma, il compito di noi giornalisti (parlo di me e del collega Pappagallo) e’ stato quello di verificare il contributo di colleghi che partendo da dati concreti, abbiano saputo raccontare con chiarezza ai loro lettori la situazione di oggi e i pericoli di domani, dando voce a proposte concrete per risolvere i problemi. Oppure andando a scovare pregiudizi sbagliati. O semplicemente spiegare situazioni che si credono troppo complicate”.