Il riconoscimento giornalistico con il Patrocinio di EXPO, Fondazione Veronesi e UNAMSI
MILANO – Danilo Taino del Corriere della Sera, Alberto Magnani del Sole-24 Ore e Claudio Gallo de La Stampa hanno vinto il premio giornalistico messo in palio nel 2015 da Agrofarma, l’associazione di Federchimica che rappresenta le imprese che producono agrofarmaci, intitolato ‘Alimentiamo il nostro futuro, nutriamo il mondo’.
Il riconoscimento è il terzo e conclusivo di una serie di premi sullo stesso tema promossi negli anni scorsi “Verso EXPO 2015”, con il patrocinio, oltre che di EXPO, anche della Fondazione Veronesi e di UNAMSI. La premiazione ha avuto luogo nell’ambito di una tavola rotonda sul tema degli agrofarmaci svoltasi in EXPO, a Palazzo Italia.
A Taino il primo premio per l’articolo “Il chilometro zero è un vicolo cieco – Saranno i commerci a salvare il mondo”. Una menzione speciale della giuria all’Art Director Monica Serrano Estepa, che ha curato grafiche e infografiche che hanno reso ancora più fruibile dal lettore il servizio premiato.
Il secondo premio ad Alberto Magnani, per l’articolo “Agrobusiness, il futuro dell’Africa”. Terzo premio a Claudio Gallo, autore del titolo “Ne uccidono più i pregiudizi che i pesticidi”. Un’altra menzione speciale della giuria è stata data a Gabriele Beccaria de ‘La Stampa’ per il servizio “Tutto quello che non hanno capito gli estremisti del bio ad ogni costo”.
Gli stessi titoli dei servizi premiati hanno alimentato gli interventi dei relatori alla tavola rotonda. Così Chiara Tonelli, professoressa di genetica all’Università degli studi di Milano oltre che presidente della Commissione scientifica della Fondazione Veronesi, non ha esitato a dire che “chi oggi propone di tornare a un’agricoltura priva di agrofarmaci non si rende conto di cosa sta dicendo". Secondo la professoressa, che ha fatto parte della giuria del premio – “non bisogna dire no all’innovazione, e su questo i media hanno una responsabilita’ enorme. Eliminare gli agrofarmaci significherebbe tornare all’agricoltura dei primi del Novecento, quando la produzione era pari al 10% di quella attuale, si moriva di fame e la gente era costretta ad emigrare. La rivoluzione verde ha permesso il miglioramento genetico e tecnologico delle sementi. Dobbiamo continuare su questa strada. Al contrario – ha concluso Tonelli – troppo spesso in Italia si da’ credito a persone che non hanno alcuna base scientifica: basta pensare al caso Stamina, alla polemica sulle vaccinazioni, sugli Ogm e sulle staminali. Tutto cio’ che e’ scientifico oggi viene preso con le pinze, come se la scienza avesse interesse a creare dei mostri".